Scrivono di Noi
ANDREA SCANZI - dal suo blog - febbraio 2012
ANDREA SCANZI
“...Martedì ho portato il mio spettacolo, Gaber se fosse Gaber, a Breganze. La patria del Torcolato.
C’erano più di 400 persone e ho provato l’ebbrezza – che prima o poi a qualsiasi teatrante capita - del microfono che non funziona. Poi, per fortuna, tutto è andato liscio.
La data di Breganze è stata fortemente voluta da Erasmo Gastaldello. Lo avevo visto, per la prima e fin lì unica volta, più o meno un anno fa. Avevo presentato Il vino degli altri alla Libreria Palazzo Roberti di Bassano del Grappa. Si era unito alla cena. Dialogando, mi aveva chiesto cosa stessi facendo di nuovo. Gli avevo così parlato di Gaber se fosse Gaber, che aveva esordito pochi giorni prima a Voghera (e doveva rimanere una data unica).
Erasmo si era messo in testa di portare lo spettacolo dalle sue parti. Così, di punto in bianco. Mi capita spesso che me lo promettano, poi però la cosa finisce lì. Anche perché organizzare uno spettacolo teatrale non è facile.
Erasmo lo ha fatto davvero. Combattendo per quasi un anno. Ci ha creduto e ha messo in piedi un piccolo evento. Una serata splendida.
Vi scrivo tutto questo, fin qui poco enogastronomico, perché Erasmo Gastaldello è il proprietario della Casa del Parmigiano di Marostica. Un luogo che ho virtualmente scoperto per caso, tre anni fa, cercando luoghi dove fosse possibile acquistare ottimi Champagne per la stesura de Il vino degli altri.
Mi ha incuriosito tutto, di quel luogo poi citato nel libro. Un posto che si chiama Casa del Parmigiano, in un luogo che poco c’entra col parmigiano, specializzato in formaggi ma anche in grado di mettere a disposizione vini incredibili (e scelti con gusto “naturale”). Che razza di luogo poteva mai essere? Chi lo aveva concepito?
Ho avuto modo di conoscere Erasmo Gastaldello, degno figlio del fondatore del negozio. L’ho conosciuto poco, perché due incontri reali sono pochi. Ma sufficiente per scorgere in lui le stimmate, e l’utopia sottesa, dell’eterno sognatore. Dell’appassionato che sceglie i formaggi visitandone i luoghi, e apprezzandone le persone che lo creano. Del commerciante folle che si incaponisce per avere solo quel riso, e quel burro, e quel formai de mut – e che insegue a tutti i costi “il black butter” perché una volta l’ha sentito e gli è piaciuto.
Se c’è una cosa che mi è piaciuta, e piace, del mio attraversare il mondo enogastronomico con spirito corsaro, è il conocere queste persone libere e vere. Credo fermamente che l’Italia migliore, per parafrasare quel ministro tascabile uscito da una canzone di Fabrizio De André, sia proprio quella degli Gastaldello e dei Roddolo, dei Maule e dei Cerruti. Di chi sogna, di chi ci crede: di chi non dimentica l’intenzione del volo.
A ben guardarla, l’Italia è a volte – e perfino – un bel luogo....”
Fonte: www.andreascanzi.it/ilvinodeglialtri